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Cos'è Tocio?

... è una bellissima storia da raccontare

Merlengo 1896 - Si chiamava Primo Manolesso, chiaramente il più vecchio e scaltro tra i due cugini, mentre l’altro, il cugino piccolo si chiamava Tazio Ferro, giovane e sempre propenso al venire alle mani come rapida soluzione ai problemi. 

 

Poco era rimasto della loro nobile discendenza famigliare veneziana. I fasti e i lussi di un tempo rimanevano un fievole ricordo di tempi raccontati dai genitori se non addirittura dai nonni. 

 

La loro terra era diventata ormai da decenni terreno di conquista da parte dell’Impero Asburgico che forte aveva lasciato impressa la sua impronta, prima di fuggire dopo le famose 5 giornate di Milano. 

 

L’unica cosa buona che avevano lasciato gli Asburgo era il famoso Spritz, sacrilego “goto de vin” allungato con acqua gassata o meglio, spruzzato, come dal verbo spritzen da cui trae origine. Lo spritz rinfrescava le menti e gli animi di Primo e Tazio, specie durante le giornate più calde quando i due cugini si trovavano a coltivare la terra, unica fonte di sostentamento e mantenimento della vecchia Villa di Merlengo, nella campagna trevigiana, di cui erano rimasti soli custodi, quasi in esilio dalle rispettive famiglie rimaste invece nei loro palazzi veneziani, pronti a disconoscerli per i loro atteggiamenti irriverenti.

 

Coltivare i campi era però davvero pesante per i due cugini, soprattutto il mantenimento dei vigneti e delle uve era diventato un impegno gravoso per le loro frivole giornate. Bisognava mangiare, quindi urgeva trovare una soluzione… e anche molto in fretta!

 

Così una sera, al lume di una candela, Primo e Tazio aprirono una busta arrivata via mare dal lontano Canada con la quale un loro conoscente, sapute le difficoltà che i due cugini stavano attraversando, inviò un seme di un vitigno particolare che, come scritto nella lettera, avrebbe risolto tutti i loro problemi.  

 

Primo e Tazio iniziarono quindi subito la coltivazione di questo particolarissimo tipo di vite che incredibilmente non aveva bisogno di alcun trattamento crittogamico e dava delle uve buonissime e dolcissime. Nacque così il Fragolino Bianco che chiamarono: Tocio.

 

Rapidamente si diffuse la notizia che questo tipo di vitigno commercializzato dai cugini Manolesso Ferro, se innestato in altre viti autoctone, poteva trasferire le sue proprietà ma soprattutto offriva un enorme risparmio per i coltivatori che non dovevano più spendere troppe energie nella manutenzione e denari nell'acquisto dei prodotti crittogamici.

Il successo dei due cugini arrivò velocissimo come i copiosi guadagni che rimpinguarono le casse della Villa.

Tuttavia, i grandi produttori di trattamenti dei vitigni si preoccuparono immediatamente vedendo in questo nuovo vitigno un pericoloso rischio per la mancata vendita dei loro prodotti. Decisero così in via del tutto riservata, raccogliendosi in una lobby, di appellarsi al Governo del tempo per impedire con tutti i mezzi, leciti e non leciti, la diffusione di questo vitigno.

Il Governo quindi bandì il Fragolino Bianco giustificando questa misura con referti medici falsificati che, apparentemente, testimoniavano che l'assunzione eccessiva del Fragolino Bianco portava alla perdita della ragione ed imponeva immediate cure psichiatriche. 

Da allora incredibilmente le cose non sono cambiate, il Fragolino Bianco rimane ancora illegale e non si può né acquistare né vendere, nonostante questo il Tocio rimane un vino ....buono da matti!

 

Segretamente vi tireremo fuori una bottiglia, ma solo se verrete a trovarci in Villa Manolesso Ferro a Merlengo. Ve lo faremo assaggiare... tociando un biscotto!

 

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